L’insegnamento della lingua italiana a migranti vulnerabili realizza e valorizza costantemente esperienze laboratoriali mettendo al centro la centralità che l’esperienza del fare, e più propriamente del fare insieme, ha nell’apprendimento.
L’esperienza sensoriale, che coinvolge il tatto, l’udito, l’odorato, è in grado di sostenere fortemente l’espressione verbale. L’uso e la stimolazione dei sensi risveglia strategie di acquisizione che più facilmente intervengono sulla memoria a lungo termine poiché nella globalità dei loro input suscitano nella persona una reazione emotiva.
Tale coinvolgimento emotivo è ciò che nella vita di tutti i giorni ci permette istintivamente di imprimere nella memoria gesti e parole delle persone intorno a noi.
Ma i laboratori possiedono anche altri importanti potenzialità didattiche utili alla costruzione di un contesto di apprendimento della lingua, a partire dalla creazione di un gruppo in grado di sostenere e sostenersi nel processo di apprendimento.
La lingua è in definitiva uno strumento per comunicare all’interno di una relazione, ed è quindi un lavoro delicato ma fondamentale quello della costruzione di un gruppo dove questa comunicazione sia possibile e abbia un senso. Il fare insieme è uno strumento efficace per la costruzione di un “luogo” dotato di senso.



